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Capodanno 2020. Nel teatro nudo di Firenze, dove l’Attesa è l’unica presenza






Il teatro di Firenze è nudo, senza sipario, non cela sorprese dietro la storicità del giorno. 
Sono le 21:25, meno 35 minuti al primo dei due countdown di serata: quello che ci separa dal coprifuoco, tic tac, le lancette si avvicinano alle 10 di sera. 

Il nuovo anno è a portata d’un soffio, senza particolare ambizione di festeggiarlo, sperando in segreto che la fine possa essere un nuovo inizio. 

Il teatro è bellissimo. 
La scenografia, donata ai pochissimi “eletti”, allestisce lo sfondo con la sagoma marmorea di Santa Croce, bianchissima nell’oscurità di un cielo che promette tempesta per l’intera notte. Mentre Dante, decentrato, osserva il vuoto dal suo piedistallo, ad un passo da quel 2021 che celebrerà i 700 anni dalla sua morte. 


In centro, per un 31 dicembre che è già Storia, c’è solo la pioggia. 
Sorvegliata nel suo battere incessante da sirene blu posizionate in ogni piazza: Guardia di Finanza in Santa Croce, polizia e camionette dei Carabinieri in Piazza Signoria, Piazza della Repubblica, Piazza Duomo. Una città sfrattata, sola, avvolta in un’atmosfera lugubre da stato marziale: solo tutori dell’ordine a ruota libera, tra un taxi ed un rider, sfrecciante verso la prossima consegna bagnata. 

3, 2, 1…
Sono appena passate le 22 ed il coprifuoco che vige da novembre entra nella scena:pochissimi attori rimasti sul palco accelerano il passo, come fossero piccioni, per trovare dimora ed evitare sanzioni. Ordine. Mentre in cielo si iniziano a udire boati sordidi di botti festanti.






Gli agenti della Polizia Municipale monitorano le vie centrali vagando per la città in auto. Radio accesa, tutto tace. Nel teatro dell’assurdo i presenti si contano su una mano, si scambiano uno sguardo, un cenno di intesa, e aspettano…
La mezzanotte, il passaggio.
In una serata che non scorre è l’attesa, come nel teatro di Beckett, la sola protagonista. 

Sono le 22:40, i Carabinieri ravvisano attività sospette:
“Dove va Signore?”
“Sono un giornalista, come sta andando la serata?”
“Non c’è nessuno”,
la risposta spontanea dell’agente, allargando le braccia in direzione di una Piazza Signoria deserta. 

Pioggia e coprifuoco funzionano, deterrenti potenti – la prima più di qualsiasi legge imposta – per dissuadere eventuali pretese di festeggiamenti proibiti.

Sono le 23:30, il cuore di Firenze riflette nelle pozzanghere la malinconia di un anno che ha svelato le debolezze del nostro gioiello, i falsi miti, l’inganno di una città vetrina. 
Mentre la pioggia, assieme all’attesa, riempie il vuoto scivolando su saracinesche abbassate, ombrelloni chiusi, dehors inanimati. E batte, forte, alzando la voce contro un 2020 che non ci è piaciuto ma, ugualmente, ci porteremo dietro per sempre.

In Piazza Ferrucci due pattuglie della Polizia Municipale di Firenze appostati a bordo carreggiata: al momento del nostro passaggio non vi erano state situazioni di illegalità né multe comminate.






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Polizia Municipale

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