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Via Benedetto Fortini sotto assedio dell’acqua, dell’incuria, del traffico. I residenti: “Ora basta!”

 

Vai, ci risiamo

L’esclamazione arriva da un video girato in quei momenti salienti, di nuova incazzatura per una storia ormai vecchia, vista e rivista. Un “grido” che buca lo schermo e arriva fino a noi, d’aiuto appunto, nel quale lo sconforto per una condizione inammissibile alimenta prima la rabbia, dunque la voglia di riscatto. Ovvero di risoluzione, anche con l’ultima spiaggia di appellarsi ai giornali e sollevare quel “sensazionalismo mediatico” che smuove le acque.

E di acque, principalmente, si parla in questo articolo. Sono le 14:00 circa di venerdì scorso, 12 Maggio, quando un’acquazzone con grandine si abbatte su Firenze. L’area a sud del capoluogo è tra le più colpite ma qui, in Via Benedetto Fortino, si supera la decenza, come evidentemente dimostrano i video filmati dai residenti: un fiume fangoso che si riversa in discesa direttamente sulle porte di casa, i bidoncini della raccolta differenziata che galleggiano in mezzo alla carreggiata, le fogne che non assorbono, altre grate fognarie che, essendo state tombate, non possono più ricevere, il passaggio delle auto che sollevano onde pronte a finire direttamente nelle abitazioni adiacenti. In sostanza, un disastro.

La palazzina dal numero civico 100 fino al 96 sotto assedio del maltempo e del traffico e di un’incuria che dura da anni, anzi decenni. E si vede.

“E’ da trent’anni che siamo in una condizione d’emergenza e ancora niente è cambiato. Anzi, con il nuovo senso di marcia la situazione è pure peggiorata”

 

Ci raccontano i residenti, sfiancati dalle operazioni di pulizia e dalla sfiducia nelle Istituzioni, motivata da giornate come quella di venerdì e da decine di segnalazioni telefoniche e mail inevase.

Cosa lamentano gli abitanti, una decina di famiglie che vivono in quest’area periferica di Firenze, marginale persino rispetto a Ponte a Ema?

Il primo e principale problema è il seguente: le varie riasfaltature eseguite negli anni, pur positive che siano, hanno causato un rialzo della sede stradale che genera un dislivello rispetto alla banchina e agli ingressi domiciliari. Ne deriva che l’acqua fluisce libera ed anzi prende velocità in direzione delle case, senza aver alcun freno. Se i civici 100, 98 e 96 non fossero in casa per poter posizionare il parapetto sulla porta si ritroverebbero sott’acqua ad ogni temporale, ordinario o straordinario che sia. 

Cos’altro contribuisce a generare la criticità e trasformarla in emergenza? Ce lo spiegano i residenti: il sistema fognario è altamente deficitario sia come manutenzione che come struttura. Dal 2013, infatti, si attende un’azione risolutiva ma le richieste esposte al Comune di Firenze e passate di conseguenza a Publiacqua non hanno mai comportato un intervento reale. Inoltre le fognature presenti sono affogate dall’erba mentre le grate nella viuzza che porta allo Sheraton sono state cementate, non servendo più a niente e nessuno.






E poi?  Un’altra nota dolente è il noto cambio sperimentale di senso di marcia che, a detta dei residenti, ha scontentato i più ed incrementato un passaggio costante di auto: “Prima c’era traffico soltanto nelle ore di punta, adesso passano a tutte le ore“. Il motivo è il seguente e fa rima con SGAMOTTO: per evitare le code alla rotonda, le vetture in uscita dall’A1 imboccano la discesina dello Sheraton, sbucando direttamente in Via Benedetto Fortini. Quella strada di cantiere che è terra di nessuno – senza nome, dove le fogne sono state tombate, dove non c’è illuminazione e l’asfalto è un colabrodo – è diventata strategica e perfetta per “sgamare” i rallentamenti. Evidentemente nessuno ci aveva pensato ma adesso rappresenta un nuovo problema da risolvere.

L’acqua incontenibile, le fogne inadeguate, la viabilità da rivedere sono i guai più importanti di questo pezzo malandato di Ponte a Ema, ma non gli unici: sommateci lo Sheraton abbandonato, il parcheggio adiacente divenuto discarica a cielo aperto (ve ne avevamo già parlato), la mancanza di parcheggi per motorini lungo Via Benedetto Fortini (con conseguenti multe), l’assenza di passaggio del trasporto pubblico, l’assenza di aree fruibili a verde pubblico.

Gli abitanti si appellano alle Istituzioni cittadine e del Quartiere 3, riconoscono giustamente che negli anni persone come Serena Perini si sono battute per migliorare determinate circostanze favorevoli ma chiedono una maggior attenzione, malgrado la distanza geografica dal centro città.

 

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