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Un anno di Chianti Nord- L’ultimo tango di Pedretti: “Chiuderei felice coi playoff”






Senatore biancoverde, colonna portante della filosofia del Chianti Nord, Nicola Pedretti è il difensore che tutti vorrebbero. Emblema dell’attaccamento alla maglia e della passione per il gioco, il classe ’81 ha iniziato quest’anno la sua quinta stagione con la casacca della squadra di Strada in Chianti: “La differenza, nel mio rapporto con la società, l’ha fatta molto mister Michelacci. Il mister mi aveva già cercato in altre circostanze, poi in età più matura ho deciso di avvicinarmi a casa e accettare la proposta del Chianti Nord. Ne è nato un bellissimo rapporto: ogni anno dico che è il mio ultimo, poi decido di continuare per Michelacci e i compagni”.

Hai quarant’anni, sei un bambino ancora!

“Sì, con due figli piccoli che sono un impegno in più fuori dal campo. Ma questo sarà l’ultimo anno da giocatore. Ho spinto tanto per ripartire quest’anno, poi appenderò gli scarpini al chiodo nella prossima primavera”.

Soprattutto immaginiamo che tu avessi ancora più voglia di calcio durante questa estate, quando finalmente è ripartito il calcio dilettantistico.

“E’ stata la motivazione principale che mi ha spinto a ripartire. Non volevo chiudere una carriera trentennale per colpa del Covid”.

Riavvolgiamo il nastro. La tua lunghissima carriera comincia a casa, nelle giovanili del Grassina.

“Il rossoverde lo porto dentro. La mia trafila è partita da lì, prima di proiettarmi nelle prime esperienze Dilettanti a Greve, Impruneta e Rufina. E poi l’Antella, dove ho trovato un ambiente fantastico. Sono stati gli anni che forse mi hanno formato maggiormente come giocatore”.

Un grassinese che veste la maglia dell’Antella? Una rarità!

“Eh già, ho vestito il biancoceleste per tre anni. E poco dopo però tornai al Grassina, cambiando di nuovo sponda. In rossoverde ho vinto i playoff di Prima Categoria, accedendo in Promozione. A Grassina ho vissuto gli anni con più soddisfazioni sul campo: ricordo che andammo molto vicini a vincere il campionato, giocando partite molto importanti che lasciano dentro tanta esperienza. Poi però rimasi fuori dal progetto e provai a rimettermi in gioco in categorie inferiori con Piandiscò e Pelago. Non andò bene, pensavo di chiudere la carriera. Del resto avevo 36 anni”.

Il rigore del capitano biancoverde nella finalissima di Coppa contro il Montagnano






Finchè non è arrivata la chiamata di Michelacci.

“Mi chiese di dargli una mano a creare un bel progetto a Strada in Chianti. Fin da subito insieme a Pietro Cordini e agli altri veterani mi sono sentito un punto di riferimento. Ho cercato di dare il meglio, raggiungendo anche il cento per cento della condizione fisica. Il resto lo ha detto il campo: al primo anno abbiamo vinto la Coppa di Seconda e l’entusiasmo è arrivato tutto insieme”.

Che ricordi hai di quella finale di Coppa contro il Montagnano?

“Una gara complicata e sporca. Era inevitabile che finisse ai rigori. Io tirai il primo, andò dentro. Li avevamo provati nei giorni precedenti, ma il mister non mi aveva mai detto che sarei stato un rigorista. Io poi sono molto emotivo, sento particolarmente le gare e quindi rischio di accusare la pressione. Quando c’è stata la possibilità di un rigore ho sempre mandato avanti chi si sentiva più pronto. Ma quella sera toccò a me inaugurare la serie. E da lì Santini, che era il nostro portiere, cominciò a parare i tiri degli avversari. Il resto è stato un tripudio di gioia. Ho abbracciato mio figlio insieme alla Coppa: meraviglioso”.

C’è un altro piccolo difensore in famiglia? O devierà dalle orme paterne?

“Mio figlio gioca a calcio nel Belmonte, ha iniziato da pochissimo. Gli piace molto il gioco, ma non è ben definito il ruolo che farà. Vedremo come continuerà”.

E’ vero che la Prima Categoria di quest’anno è peggiore rispetto a quella di dieci anni fa.

“Vero. Poi per carità, ci sono squadre con ottime individualità, come Affrico, Settignanese e Fiesole, ma il livello generale non è altissimo. Ho giocato in squadre di Prima Categoria popolate da giocatori che ogni domenica seminavano il panico: c’era gente tosta e anche forte sul piano tecnico. Provavi un po’ di timore anche solo a guardarla, certa gente. Si è perso un po’ di qualità a tutte le categorie, direi. Anche in Promozione ed Eccellenza si dice che il livello sia sceso”.

La partenza del Chianti Nord quest’anno è stata molto buona. Siete stati anche primi.

“Siamo partiti benissimo. Abbiamo offerto prove importanti giocando con compattezza soprattutto in difesa. Subivamo sempre pochi gol e ci appoggiavamo sempre su quello anche perchè in attacco non abbiamo dei panzer classici da 20 gol in campionato. C’è un attaccante tecnicamente più bravo di tutti, come Tozzi, ben affiancato dai compagni di reparto. Questo equilibrio ha funzionato bene fino alla gara col Legnaia”.

Lì cos’è accaduto?

“Una domenica che ci ha un po’ scombussolato i piani anche per via dell’assenza del capitano Pietro Cordini. Ricordo che gli avversari ci hanno messo in grossa difficoltà fisica a centrocampo. Siamo andati sotto con un rigore dubbio, ma non abbiamo avuto la forza di ribaltarla. Da lì però abbiamo risposto molto bene, portando via un punto alla Settignanese nonostante l’inferiorità per il rosso al nostro portiere. Peccato aver chiuso male il 2021, perdendo contro il Cubino. Non c’era verso di uscire sconfitti, avevamo creato moltissimo. Eppure la palla non voleva saperne di entrare: io sono uscito alla fine del primo tempo per infortunio, ma la squadra non ha mollato di un centimetro. Fino al 95′ abbiamo giocato nella loro metà campo ma loro, a differenza nostra, l’hanno buttata dentro”.

 






Siamo al giro di boa e un pronostico va dato. Chi vince il campionato?

Affrico. Se la giocheranno fino in fondo con la Settignanese. Hanno giocatori importanti che alla fine faranno la differenza”.

E il Chianti Nord dove arriverà?

“A inizio anno ci diamo sempre l’obiettivo di salvarci. Non è mai facile, anche se quest’anno abbiamo cercato di alzare l’asticella. Questa stagione la volevamo giocare con qualche valore in più. Non pensavamo certo di vincere il campionato, visto che esistono squadroni più forti di noi. Però ai playoff ci pensiamo, li viviamo come un sogno che vogliamo assolutamente realizzare. Sono quattro anni che viviamo in categoria e il pensiero c’è. Sarebbe un sogno giocarli e vincerli: in quel momento sarei felicissimo di chiudere la carriera. Non ci proverei nemmeno a fare un altro anno di Promozione“.

Hai già qualche idea sul tuo futuro da post-calciatore?

“Non ci ho ancora pensato. Non credo di avere il carattere per fare l’allenatore, anche se Michelacci dice il contrario”. 

Chiusura. Che voto diamo al 2021 del Chianti Nord?

Darei un 7. Se avessimo fatto bene anche nelle ultime gare il voto sarebbe stato decisamente più alto. Siamo un gruppo compatto e umile, formato da gente disposta al sacrificio. Ma possiamo fare di più”.

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