Domenica 12 Giugno si vota relativamente al Referendum sulla Giustizia: si potrà votare dalle 7 alle 23 e bisognerà esprimersi su cinque quesiti che riguardano la giustizia. Per essere valida questa consultazione dovrà raggiungere il 50 per cento dei voti più uno degli aventi diritto e si voterà su 5 quesiti, ovvero:
- Legge Severino;
- limitazione delle misure cautelari;
- separazione delle funzioni tra magistrati e pubblici ministeri;
- valutazione dei magistrati;
- elezione dei membri del Consiglio superiore della magistratura (Csm).
A tale riguardo, differenziandosi da molti “colleghi” rappresentanti delle Istituzioni, il Consigliere Comunale di Cittadini per Impruneta Gabriele Franchi esprime il proprio pensiero:
“Ritengo doveroso, quale rappresentante delle istituzioni, esprimere la mia posizione in merito al pericoloso referendum sulla giustizia per il quale saremo chiamati a votare domenica prossima.
Per il non raggiungimento del quorum la via maestra sarebbe quella di non andare a votare, decisione per altro comprensibile dato lo spettacolo penoso che offre la politica nazionale: ritengo però che sia sempre importante esercitare il proprio dovere di cittadini.
Voterò no a tutti e cinque i quesiti promossi dalla Lega e dai Radicali, perché li ritengo in parte inutili e in parte soprattutto dannosi.
Sono in particolare vergognose la proposta che vuole abolire la custodia cautelare in presenza di pericolo di reiterazione per reati la cui pena è inferiore ai 4 anni e quella che chiede l’abolizione della Legge Severino, ovvero della misura che impedisce ai condannati in via definitiva a più di 2 anni di reclusione di candidarsi a livello locale, nazionale ed europeo.
L’obiettivo è colpire e indebolire la magistratura, creare sacche di impunità e permettere agli impresentabili di tornare a fare politica; una simile visione del Paese è inaccettabile, a maggior ragione nel trentesimo anniversario di quelle stragi di Capaci e via D’Amelio con tutta la politica di riempie la bocca di retorica.
Su questo referendum i partiti, compresi quelli imprunetini, tengono posizioni ambigue e non proferiscono parola. Chi rappresenta i cittadini ha invece sempre la necessità di non nascondersi dietro a un dito e di affermare quale futuro ha in mente per le istituzioni, la politica e la società.”