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Patrizio Parrini, il tennista “gentleman”…che giocava a rete: da Bagno a Ripoli al Grande Slam

Il primato nazionale giovanile negli anni’70, l’anno d’oro 1982 e quella “palla buona” data a Noah…da “signore” della terra rossa.






Erano gli anni ’70-’80 quando la terra rossa dei campi italiani accoglieva le impronte dei suoi miglior talenti ed il ripolese Patrizio Parrini, tra i nomi di quell’età d’oro, otteneva successi e scalava il ranking nazionale.

Fino al 5° posto tra i confini italiani, 170° nel mondo.
Appassionati del tennis se lo ricorderanno, tra gli sportivi di punta nella Firenze di quei tempi, assieme al “Dieci” Giancarlo Antognoni di cui tutt’ora è grande amico.
Talento puro, convocato in Nazionale per dieci anni consecutivi dalle giovanili under 16 fino alla nazionale maggiore, capace di imprese individuali e nel doppio da portare nella bacheca dei ricordi.

Che Patrizio apre, per raccontare a Dai Colli Fiorentini com’era il tennis 30 anni fa, le sue imprese, i nomi chiave di una carriera vincente prima di appendere la racchetta al chiodo a soli 28 anni. Lo incontriamo nel suo ufficio, dove le pareti trovano spazio per scatti d’antan.

“Nel 1976 vinsi nel singolo contro avversari come il francese Yannick Noah, il tennista francese più forte di sempre e Ivan Lendl, riconosciuto come il miglior tennista degli anni ’80.”

Inizia Patrizio, andando subito al dunque, agli scalpi eccellenti, come si confà per un vincente di natura. Ma a noi piace partire da lontano, dalle origini di una passione iniziata quasi per caso, proseguita secondo la logica naturale della capacità.

“Sono nato a Bagno a Ripoli ma il primo campo di tennis calpestato è stato quello di Piazza Puccini a Firenze, al dopo lavoro ferroviario, dove mio padre aveva in gestione l’area sportiva. A 10 anni feci il mio primo torneo ed arrivai primo, a 11 anni ne vinsi venti a livello regionale: ero portato per il tennis!
Il mio primo importante allenatore è stato Gino Gerli e a 15 anni fui convocato in nazionale under 16, poi under 18 e under 21, considerato il n.1 di Italia a livello giovanile.
Tanto che a 15 anni lasciai Bagno a Ripoli e, fino ai 18, mi trasferii a Formia con la Nazionale, sotto la guida tecnica di Mario Belardinelli”. 

Anni di medaglie e di un nome che iniziava a farsi largo nella cronaca sportiva e nei “salotti” tennistici, al grido di: “Questo è forte!”.
A testimoniarlo fu il campo.

“Persi la finale nel 1976 ai campionati europei di Berlino ma diventai campione del mondo under 18 di doppio all’Orange Bowl di Miami. Nel 1977 divenni campione europeo under 18 per ben due volte: a squadre e nel doppio con Canessa, a Barcellona, come compagno. Nel 1979 vinsi  la medaglia d’oro di doppio ai Giochi del Mediterraneo a Spalato: il mio compagno era Marco Alciati e battemmo in finale Goran Ivanisevic.”

Qual era la tua caratteristica migliore in campo?
“Vedevo bene la partita e riuscivo a individuare la medicina, come si dice in gergo.  Nel mio gioco mi esprimevo al meglio a rete, motivo per il quale ho ottenuto importanti successi nel doppio.”

Qual è stato il tuo anno d’oro?
“Il 1982 direi, dove nel campionato a squadre di Serie A, con Rinaldini, abbiamo battuto Barazzutti che ai tempi era il numero uno in Italia e 7 nel mondo e la coppia Bortoluzzi-Zugarelli, che poi vinse la Coppa Davis per l’Italia.”

Hai partecipato ai quattro tornei del grande Slam?
“Si, per un decennio filato, dal 1978 al 1987, sono stato nel ranking mondiale ATP e in quegli anni ho partecipato a tre dei quattro tornei del grande Slam: US Open, Wimbledon e Roland Garros.”

Quali sono le vittorie che ricordi con maggior vanto?
Noah, Tulasne, Lendl, Claudio Panatta, Motta, Vijay Amritraj, Eduardo Bengoechea, giocatori tra i più forti della storia del tennis, di cui molti sono stati ai vertici del tennis mondiale per anni.”

Raccontaci un aneddoto di campo al quale sei legato
“Ero un gentleman in campo ed anche i miei avversari me lo riconoscevano. Come in un match contro Yannick Noah: ai tempi non esisteva il falco, se l’arbitro vedeva male e ti favoriva, cancellavi l’impronta della pallina e prendevi il punto. Sul 4 pari al terzo, il direttore di gara segnalò “out” un dritto di Noah: sbagliava, era dentro e io gliela detti buona dimostrando grande sportività. Vinsi lo stesso quel match.

Come giudichi il tennis di oggi, ti rivedi in qualche campione odierno?
“Il tennis è cambiato tantissimo, troppo per fare paragoni, molto più fisico e prestante, molto più veloce rispetto al gioco di trent’anni fa.”






  • CARRIERA

Campione del mondo under 18 di doppio Orange Bowl nel 1976 a Miami
Campione europeo under 18 a squadre nel 1977
Campione europeo under 18 di doppio nel 1977 a Barcellona
Vincitore della medaglia d’oro di doppio ai Giochi del Mediterraneo nel 1979 a Spalato
Numero 5 d’Italia nel 1983 (record personale)
Classificato 10 anni in prima categoria dal 1978 al 1987
Classificato per 10 anni nel ranking mondiale ATP dal 1978 al 1987 (miglior ranking: 300° nel 1981)

  • CONVOCAZIONI IN MAGLIA AZZURRA

Campionati europei e mondiali a squadre
Coppa Borotra (ex Becker) nel 1974
Sunshine Cup under 18 nel 1976
Coppa Valerio under 18 nel 1976/1977
Winter Cup under 18 nel 1977
Coppa De Galea under 20 nel 1979

  • CAMPIONATI EUROPEI INDIVIDUALI

Under 18 nel 1977 a Barcellona

 

  • INCONTRI INTERNAZIONALI

Italia-Svezia under 18 nel 1976
Quadrangolare under 18 di Latina nel 1976
Italia-Canada under 18 nel 1977
Coppa delle Nazioni under 20 nel 1978 a Caracas
King’s Cup nel 1979 a Milano

 

  • TITOLI NAZIONALI

Doppio under 16 nel 1974
Doppio 2° categoria nel 1976
Doppio misto 2° categoria nel 1977
Seria A nel 1982 col CT Villa Carpena Forlì
Serie B nel 1988 con lo Sporting Montecatini

  • TORNEI ITALIANI OPEN ED A PARTECIPAZIONE INTERNAZIONALE

Vittorie – Catania SAT nel 1980
Finali – Maglie e Finale Ligure nel 1980
Semifinali – Taranto e Bagni di Lucca nel 1978, Roma Eur nel 1979, Merano SAT nel 1980 e Brescia SAT nel 1985

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