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“Ona, ona, ona ma che bella Rificolona…”

“Ona, ona, ona ma che bella Rificolona,
la mia l’è co’ fiocchi,
la tua l’è co’ pidocchi…”

Ed eccoci qua, a canticchiare questa canzoncina del tradizionale folklore popolare fiorentino.
Ne parlo proprio oggi perché ieri sera era la serata dedicata alla nostra vecchia Rificolona e non so come mai adesso qui al paesello questa tradizione non viene più celebrata come una volta ma io me la ricordo molto bene e nel rammentarla, sorrido.
Lo ammetto, io facevo parte del “team cerbottana”, non sono mai stata una da tanti fronzoli, ero (sono) più per le situazioni da marachella e ricordo questa celebrazione come un bel momento per il nostro paesello, era una semplice tradizione che riuniva intere famiglie, nonni entusiasti e bambini elettrizzati di sfoggiare la loro bella e coloratissima Rificolona.

 






Se non erro e vi prego, correggetemi se mi sbaglio, il tutto iniziava con la messa nella nostra Basilica con benedizione annessa delle bandiere rionali, dopodiché si svolgeva la processione e, tra candele accese e Rificolone stravaganti e classiche c’incamminavamo per via Paolieri, passando per il Desco fino ad arrivare alla Madonnina dopo il Pagni; poi ritornavamo verso la piazza passando per via Cavalleggeri ed infine nuovamente in chiesa. Tutte quelle Rificolone accese creavano un’atmosfera particolare, magica direi, con l’aria settembrina che ti faceva mettere il golfino, qualche anziano alla finestra a veder passare i suoi compaesani, bambini sorridenti ed intere famiglie contente. Era una bella serata. Ve la ricordate?






Ma te, la conosci la storia della Rificolona? Beh, se non la sai mettiti comodo che te la racconto.
La canzoncina della Rificolona veniva cantata dai contadini che, nella notte tra il 7 e l’8 Settembre, partivano dalla campagna ed a piedi arrivavano in città, a Firenze, per celebrare il compleanno di Maria che si svolgeva proprio oggi, l’8 Settembre, giorno in cui la Chiesa ne festeggia ufficialmente la venuta al mondo. Iniziavano dunque la loro lunga camminata in tarda serata in modo da arrivare in città al mattino e potersi godere i festeggiamenti organizzati e dato che non vi erano lampioni, torce o cose similari per illuminare la strada, i contadini utilizzavano delle lanterne colorate che poi, successivamente, presero il nome di Rificolone.






Ma come mai proprio il nome Rificolona? Eh, ora te lo dico.
C’è da dire che noi fiorentini, si sa, siam burloni e ci piace ridere e scherzare e questa caratteristica ci s’aveva nel sangue già da prima, fin dai tempi dei tempi. Infatti, i fiorentini di città, quelli un po’ snob e con la puzza sotto il naso, prendevano in giro le donne che arrivavano dalla campagna, canzonandole perché vestivano con abiti e gonne molto ingombranti e vistose che vennero ribattezzate col nomignolo di Fierucolone e da lì, tutta la tradizione, divenne la Rificolona, nome che poi venne abbinato alle lanterne colorate dei contadini.

Questa è una bella tradizione del nostro territorio, che ha una storia antica e bellina ed io, nel mio piccolo, ricordo con piacere questa serata, in compagnia dei miei amici del “team cerbottana”. Però ora faccio una domanda aperta a tutti voi per parlarne, perché sono curiosa. Dunque: come mai questa serata al paesello ha perso il suo brio? 

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