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“Le rivoluzioni cominciano di lunedì”: la prima dell’opera di Giacomo Cassetta va in scena al Teatro Moderna di Tavarnuzze






Nella serata di sabato 30 ottobre il Teatro Moderna di Tavarnuzze ha acceso i riflettori per la primissima dello spettacolo “Le rivoluzioni iniziano di lunedì”, un’opera teatrale parte del progetto “nuova drammaturgia” messo in scena dal’Associazione Culturale Vieniteloracconto con la collaborazione dell’A.R.C.I. Tavarnuzze e Comune di Impruneta.

Lo spettacolo, scritto dall’ormai volto noto dell’Associazione, Giacomo Cassetta, è stato diretto da Massimo Mattioli e recitato da Marco Calosi – un’istituzione storica per il Teatro Moderna – e Marco Romoli -sedicenne che, con il suo fresco talento e la sua intensità performativa, sembra prefigurare davanti a sé una grande carriera.






L’opera si apre in un parco pubblico. Lo scenario appare volutamente spoglio: sono infatti le parole a fare da protagoniste. Una sola panchina compone la scena, la stessa nella quale si svolgeranno le vicende dei due protagonisti: Luigi, un professore stanco del suo lavoro snaturalizzato dall’istituzione scolastica, e Leonardo, un alunno in età adolescenziale che si trova a combattere con la voglia e la paura di dare forma al proprio futuro.
La trama prende vita da un compito dato dal professore ai suoi alunni: un tema sui nuovi mezzi di comunicazione. Nella traccia, però, la frase simbolo che rappresenterà il filo conduttore dell’intero racconto: “Si è davvero protagonisti della vita che stiamo vivendo, o si è solo delle comparse?”.

Da quel “semplice” tema si svilupperà il rapporto tra i due protagonisti che, per un’intera stagione scolastica, accompagneranno i propri pomeriggi con divertenti dialoghi e profondi confronti dai quali entrambi riusciranno a riscoprire sé stessi.
Con questi, emergeranno inoltre molti spunti di riflessione: dal più banale utilizzo dei social – fonte che alimenta insicurezza – alla costante incomprensione vissuta dalle nuove generazioni; da una considerazione su ciò che dovrebbe rappresentare davvero l’istituzione scolastica, fino alla più comune paura di prendere in mano la propria vita ed orientarne il percorso – elemento, questo, riflesso sia nelle scelte del giovane studente e che nel naufragato percorso del professore.

Alla fine dell’opera entrambi i personaggi ne usciranno vincenti e più consapevoli: capiranno infatti come la paura li abbia resi immobili e come la società li abbia “spinti” a rimanere tali.
Paura e società: una miscela che, se ben amalgamata, riesce a renderci mere comparse e mai protagonisti della nostra vita. La stessa miscela dalla quale, un lunedì, partirà la rivoluzione di Leonardo.






Credo che il testo parli da solo. È la mia opera più complessa, una di quelle a cui sono più affezionato” – spiega Giacomo – “L’ho scritto tra l’autunno e l’inverno del 2018, sono quindi ormai tre anni che era nel cassetto a prendere la polvere. Avevo grande preoccupazione per questo testo: credevo fosse impossibile metterlo in scena. Quando questa estate Massimo mi ha detto di volerci provare sono rimasto molto colpito. Lui ne ha curato la regia ed ha scelto due attori veramente competenti. “ –  e continua – “Devo ringraziare Massimo per questo regalo, per essere riuscito a dare forma alle mie parole. Il testo lascia molti stimoli alla riflessione, che ognuno renderà propri: credo sia infatti questa la più grande magia del teatro

Le rivoluzioni cominciano di lunedì” ha avuto anche una sua seconda serata, domenica 31 ottobre, accogliendo nuovamente al teatro gli spettatori dopo un lungo periodo di pausa dovuto all’emergenza sanitaria. La speranza è però quella di poter vedere ancora la rappresentazione teatrale, la quale potrebbe essere messa in scena anche per le scuole: il tema, infatti, potrebbe coinvolgere e far riflette sia alunni che professori. Per adesso, dai Colli Fiorentini fa i più sentiti complimenti ad un team di compositore, regista ed attori incredibili che hanno saputo creare, attraverso semplicità scenica e profondità riflessiva, un intenso spettacolo.

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