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Intervista a Tiziano Verniani, imprunetino campione del mondo MotoGP con Mir

Una storia di vita, di sport e di grandi traguardi.
Tiziano Verniani, imprunetino da sempre, fa parte come tecnico meccanico del team Suzuki che si è appena laureato campione del mondo in MotoGP grazie al pilota spagnolo Joan Mir.
Unico italiano del Team giapponese. Un toscano, un imprunetino. 
Tiziano in questo momento si trova in Portogallo per disputare l’ultimo Gran Premio del Motomondiale. Siamo riusciti a contattarlo per una chiacchierata. Ecco cosa ci ha detto.

Come è nata la passione per le moto e per il mondo delle corse?
Grazie a mio padre. Le moto erano il centro della sua vita e io l’ho sempre seguito. Proprio come lui ho costruito la mia vita intorno a questa passione.
Avrei voluto correre ma lui me lo ha sempre impedito, t
uttavia non posso certo dire che la mia vita non mi abbia regalato soddisfazioni nel mondo delle corse, anche se “dall’altra parte del muretto”.
Purtroppo oggi non c’è più, ma condivido continuamente con lui tutte le mie soddisfazioni nel garage che utilizzo per alcuni lavori e dove conservo tanti cimeli e ricordi della mia professione.

Motogp mir

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha stravolto questa stagione sportiva. Vi sareste mai aspettati di ottenere un risultato così importante?
Eravamo fortemente consapevoli di avere una moto equilibrata e competitiva in tutte le sue componenti: ciclistica, motore e così via.
Eravamo anche fortemente convinti delle capacità dei nostri piloti Rins e Mir.
Ciò che fa la differenza spesso è che raramente tutti questi elementi riescano a combaciare perfettamente. Tuttavia  siamo riusciti a tenere insieme tutti questi fattori e anche la bravura di Mir è stata decisiva.

Raccontaci il tuo percorso professionale. Avevi già raggiunto vittorie importanti nel mondo delle corse?
Faccio parte delle corse a livello internazionale dal 1999, quando entrai in una squadra fiorentina dell’Aprilia guidata da Fabrizio Guidotti e con il pilota Troy Corser partecipando al Campionato Mondiale Superbike.
Nella stessa squadra entrò a far parte, come pilota, Noriyuki Haga nel 2002 con cui abbiamo partecipato al campionato MotoGP.
Nel 2004 Aprilia cambia strategia, decidendo di continuare solo nella categoria 250 (oggi Moto2).
Passo quindi alla Honda Movistar, con piloti Aoyama e Pedrosa.
Nel 2006 la scuderia cambia nome in Honda Repsol e nel 2009 torno in Aprilia dove rimarrò fino al 2011. Qui, nel 2010, conquistiamo la vittoria del Mondiale Superbike con Max Biaggi pilota.
Dal 2012 al 2015 torno in Aprilia-Ioda, una scuderia privata. Nel 2016 e 2017 sono tecnico pilota, sempre in Aprilia e dal 2018 finalmente arrivo in Suzuki, la mia attuale scuderia, dal 2019 insieme al nuovo campione MotoGP Mir.
mir Motogp
Qual è più precisamente il tuo ruolo nella scuderia?
Sono tecnico meccanico e faccio parte del test team. Insieme a un gruppo di tecnici giapponesi sviluppiamo la moto che poi arriverà ai tecnici per le gare vere e proprie.
Lavoriamo con il pilota Sylvain Guintoli (campione del mondo Superbike nel 2014) con cui svolgiamo periodicamente dei test della moto. Inoltre Guintoli disputa tre gare l’anno (in quell’occasione la scuderia schiera tre piloti in pista).
Sono l’unico italiano del team e porto la mia esperienza in Giappone.
Inoltre ho un ruolo anche di “jolly”, sostituendo o integrando il team dei tecnici in gara se necessario.

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