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Il paesello ai tempi dei social…

Il paesello ai tempi dei Social Network è tutto un programma… O meglio, più che il paesello in sé per sé direi i suoi abitanti, gli imprunetini sono tutto un programma.
Non so, ma forse ad una certa età dovrebbero essere levati i social, un po’ come la patente. Ma no, anche questo pensiero in fondo è errato perché sono sempre di più le persone della “mezza guardia” che si sentono potenti dietro ad uno schermo. Ma occhio amici perché non siamo tutti così scemi come (forse) sembriamo.
I famosi “leoni da tastiera” sono sempre in aumento, fioccano proprio; ci sono quelli specializzati nel puntare il dito criticando e giudicando senza filtri, poi ci sono quelli che se dici una cosa è sbagliata a priori, se non la dici sbagli ugualmente e se fai una cosa è fatta coi piedi e se non la fai, perché non l’hai fatta?

 






Dalla Primavera scorsa, con la pandemia, improvvisamente, abbiamo saggi e luminari virologi che sono spuntati come funghi e che parlano abilmente il “virussiano” (la lingua dei virus), che sanno la verità assoluta di cos’è giusto e cosa non lo è. Leggo commenti di alcuni compaesani che mi fanno venire i brividi sia per il contenuto che per l’italiano ( scusate, ho un po’ una fissa con la grammatica) e penso “maremma oh, o come fa, le sa tutte…” e mi verrebbe voglia di rispondere, mi prudono spesso le dita che cercano la tastiera ma poi arriva il mio grillo parlante coscienzioso e mi cita una famosa frase detta dal grande Pieraccioni, ovvero: “Ci sono dei momenti in cui uno vorrebbe dire talmente tante cose che forse l’unico modo per dirle tutte è stare zitto”.






Ma, cari amici, ricordatevi sempre che tacere non è sinonimo di stupidità perché sapete, a chiacchierare “a vanvera” su qualsiasi argomento, son boni tutti ma ad elaborare un ragionamento sensato, educato e corretto purtroppo no.
Ci sono le persone che scrivono anche quante volte vanno in bagno tra poco, ci sono quelli che criticano ed hanno da ridire su TUTTO, come ad esempio se metti un fiore giallo, loro con tono aspro ti chiedono: “ma scusa eh, perché non l’hai messo rosso?” 
Poi ci sono i famosi “leoni da testiera”, pecore nella vita ma che davanti a questo schermo si tramutano nella bestia più feroce del mondo. Ho letto che questo giornale a cui tengo tantissimo è stato chiamato “Giornaletto”, non faccio nomi ma voi non avete idea della rabbia che ho provato perché poi, chi mi conosce bene lo sa, io sono fumina e la mancanza di rispetto mi manda in tilt. La presunzione non ha limiti, certa gente accarezza il proprio ego come se fosse un gatto dal pelo folto che fa le fusa.
Alcuni soggetti andrebbero studiati, vogliono apparire dotti (come il nano di Biancaneve) usando un linguaggio forbito ma poi la povera e sacrosanta “H” diventa un optional ed il congiuntivo non è più un tempo verbale ma forse un congiunto dei vari DPCM.






Eccolo il paesello al tempo dei social. Tante critiche, tanti “so tutto io” e tanti accanimenti. Compaesani miei adorati, direi che possiamo far di meglio.
Cosa vorrei? Vorrei che la gente, prima di criticare imparasse ad informarsi perché sparare a zero non porta a nulla, fa fare solo una gran figuraccia e si può anche stare zitti se non si ha niente di costruttivo da dire.
Se hai la coda di paglia e ti senti tirato/a in causa non prenderla come una critica (o forse si), usa queste parole come spunto per una riflessione.
…Ed io che pensavo che quest’annata avesse portato l’essere umano a rivedere certe priorità ma a quanto pare, purtroppo, mi sbagliavo alla grande.

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