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“Dilettanti di mestiere” / Una Coppa di CHIANTI…NORD (altro che Champagne!)

Dilettanti di mestiere – Il passato sportivo che non invecchia
di Fabrizio Innocenti

Rubrica che ripassa in rassegna imprese dello sport dilettantistico e paesano. Vittorie di campionati, salvezze miracolose, storie individuali singolari (in tutti i sensi). La prospettiva del narratore è quella dell’appassionato che si affida agli istinti occasionali dettati dalla luce che evoca in lui quel ricordo.

Si accettano input da atleti o addetti ai lavori di un determinato percorso per conoscere e riproporre le loro vicissitudini nei campi delle loro battaglie agonistiche e non. Unico requisito richiesto? Un amore incondizionato per il proprio sport».






Come fa una frazione di Greve in Chianti, con poco più di 2100 anime, a vincere una manifestazione sportiva in cui il numero dei calciatori partecipanti supera di netto quello degli abitanti del paese che rappresenta? No, tranquilli, non occorre che vi lambicchiate il cervello, perché questa non è una barzelletta.

È la favola del Chianti Nord, compagine di Strada in Chianti, che nella stagione 2017/18 si è aggiudicata la 34^ edizione della Coppa Toscana di Seconda Categoria. Un successo senza eguali sia per la società biancoverde (con conseguente storica promozione in Prima Categoria), sia per il comune di Greve, territorio in cui nessuno aveva mai issato un trofeo del genere.

Il Chianti Nord è una di quelle società che si prodiga per fare tanto con poco e da qualche stagione, dopo anni di altalena fra la Terza e la Seconda, ha affidato la panchina a Claudio Michelacci. Un maestro di calcio con un carattere “speciale”, talmente speciale da portarlo a ripetere ai vari giocatori in procinto di firmare per la sua squadra: «A Strada in Chianti vi troverete benissimo, l’unico problema è l’allenatore».

Però quell’allenatore, assieme ad un gruppo con cui nel campionato passato ha sfiorato la promozione tramite i playoff, sa che il suo ciclo – tuttora in atto – non è compiuto. Ciononostante la nuova stagione non parte sotto i migliori auspici, perché la squadra si ritrova inavvertitamente senza il compagno di reparto del numero uno Santini e senza il preparatore dei portieri, il capace mister Gabriele Tempesti. Quest’ultimo per cause di forza maggiore.
Alla soglia dei primi incontri ufficiali, Michelacci fa tesserare il giovane Montanari, un ’95 che aveva allenato a Settignano, e in attesa del rientro di Tempesti, Massimo Polletta prende il suo posto. Una figura, quest’ultima, che affianca tutt’oggi il suo “titolare”.






Iniziano campionato e coppa, e il Chianti Nord – schierando fra i pali Montanari – passa il triangolare della sua “Champions League” sconfiggendo il Belmonte in casa ed estromettendo a domicilio il San Polo, nella sfida decisiva del turno preliminare. Si entra nei match a eliminazione diretta.

I trentaduesimi li giocano in casa col Poggio a Caiano, una squadra retrocessa dalla Prima Categoria, che applica un po’ troppo alla lettera uno dei famosi precetti di Nereo Rocco: «Colpite tutto ciò che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone, meglio». Il Chianti Nord tiene botta, scoprendosi portatore di un carattere che forse non sapeva di avere fino a quel punto, vince 2-0 e avanza ai sedicesimi.

Quella partita cade il 1° di novembre e Santini è fuori per infortunio. Sono di nuovo con un portiere solo, ma Michelacci, che qualche giocatore lo conosce, chiama a sé l’appiedato Aref, un ’94 di lusso per la categoria. Alla Briglia, dove si gioca quel turno di coppa, sarà proprio lui a scendere in campo e sarà il terzo portiere impiegato dai chiantigiani nella manifestazione. Se non è un record, poco ci manca…

Prima di quel match, gli addendi del Chianti Nord – società, staff e calciatori – si specchiano e si chiedono se, visto il mercoledì festivo, non valga la pena affrontare quel turno in terra pratese alla stregua di una domenica di campionato. La questione è poco più che retorica. La squadra espleta così il canonico pranzo pre-match, sbanca ai supplementari la blasonata Briglia 2-1 (dopo che i padroni di casa erano passati in vantaggio) e il gol del pareggio lo segna Pippo Fantechi, a seguito di uno schema che nell’allenamento del venerdì precedente non ne voleva sapere di venire: o perché non riusciva o perché il sempre più scettico Pippo – parte centrale dello schema – non ci credeva. Insomma, alla fine, forse, si sarà ricreduto.

Quella vittoria inizia a odorare di qualcosa che non si può, anzi non si deve pronunciare. Di certo la squadra adotta a pieno nel suo vocabolario calcistico l’essenza della parola tenacia.
Il 17 gennaio ci sono gli ottavi, ma più che altro c’è il Prato 2000, un’altra squadra laniera che richiede un’altra impresa corsara. La forza di questo avversario è evidenziata dal fatto che, da quell’anno, questi non hanno fatto altro che salire di categoria e anche adesso – covid permettendo – sarebbero primi nel loro girone di Eccellenza!

Sì, però quel giorno non avevano fatto i conti con la fame dei ragazzi di Strada e infatti il Chianti Nord vince 2-0, lo stesso risultato con cui eliminerà anche gli storici rivali del Cerbaia ai quarti, giocati in casa, ed il San Giusto Le Bagnese in semifinale, di nuovo in trasferta.

La finalissima si gioca alle Due Strade contro il Montagnano, compagine aretina che smuove un paese intero per quella partita. Il popolo di Strada non sarà da meno. È il 12 aprile 2018, un giovedì, e si gioca in notturna.

Il capitano Pietro Cordini, bandiera fra le bandiere dell’inossidabile zoccolo duro di Michelacci, quel giorno ha la presentazione di un libro di cui ha curato le illustrazioni, e quella presentazione non la fanno alla Biblioteca delle Oblate, bensì ai Musei Vaticani. Bene, se la partita si giocava di pomeriggio, il capitano avrebbe dovuto disertare, ma l’orario fissato consente un improbabile recupero che il generoso Vichi, ex giocatore del Chianti Nord, si offre di compiere raccattando il capitano alla stazione di Santa Maria Novella per poi portarlo appena in tempo, in sella a un cinquantino, a giocare la finale.

Una finale in cui fa quasi tutto lo stesso Cordini: guadagna un rigore a 12’ dal termine, lo segna, ne causa un altro a tempo scaduto. E il Montagnano pareggia. A quel punto, scaduti i supplementari, si ripresentano i rigori, nella loro tremenda e stupenda lotteria. Una lotteria che arride al Chianti Nord, perché i tiratori biancoverdi sono impeccabili e Santini compie un unico miracolo, sul primo penalty aretino, che basta – a seguito della trasformazione vincente di Bellini – a mandare in paradiso il gruppo di Michelacci.

Un gruppo in campo e fuori, a partire da don Riccardo, parroco di Strada in Chianti che, durante la finale, aggiornava via chat i compaesani non presenti allo stadio sull’andamento di quella memorabile partita.
Il Chianti Nord, che pure stava disputando un ottimo campionato, sale in Prima per mezzo della Coppa, riceve il meritato riconoscimento dal comune di Greve e continua a coltivare – sempre covid permettendo – concreti sogni di crescita, perché, come direbbe Ligabue, dopo «certe notti», come quella del 12 aprile di tre anni fa, «chi si accontenta gode…così, così».

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