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Ciaspolando ciaspolando…

Anna Oxa canta “Camminando camminando” ed invece io oggi vi racconto della mia esperienza di ieri e quindi del mio “Ciaspolando ciaspolando”.
Avventura nuova di pacca, non avevo mai messo le ciaspole ai piedi ma ho rimediato, ho messo la spunta verde accanto alla voce “ciaspolata” nella lista delle cose da fare prima o dopo. Battesimo delle ciaspole fatto!
Prima di raccontarvi del mio “Ciaspolando ciaspolando” chiedo a voi, amici lettori, avete mai messo le ciaspole ai piedi? Se sì, dove? Così mi segno i vostri percorsi con piacere!

Allora allora, iniziamo questo storytelling con le info di base.
Con chi ero: con un amico prezioso, Martino, nonché GAE, Guida Ambientale Escursionistica che ieri ha organizzato una bella (e tosta!) ciaspolata (clicca QUI per visitare la sua pagina Facebook).
Dove eravamo: Passo della Calla, (clicca QUI per aprire nelle mappe) un valico dell’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Arezzo, poco dopo Stia per intenderci.

 

Ma andiamo per gradi, perché in questa domenica fredda ho proprio voglia di raccontarvi quest’esperienza come se fossimo tutti in un grande salotto, col camino scoppiettante ed una bella tazza di cioccolata calda, tisana o tè bollente tra le mani. Ah e i biscotti, immancabili. Quindi mettetevi comodi, lettori cari.

Abbiamo cominciato la giornata con Martino e tutti gli altri ragazzi e ragazze del gruppo con un doveroso “pit stop” in una delle piazze più rinomate di tutta la Toscana e guai a chi ce la tocca. Vi darò un indizio, anzi due… Facciamo tre: Stia – “Che ce l’hai i gratt’e vinci te?!” – “Che russavo?”
Eeeeh sì sì sì, eravamo proprio a sorseggiare il nostro caffeino in Piazza Tanucci, la piazza del film che noi toscani sappiamo a memoria, battuta dopo battuta, ovvero “Il Ciclone”. Dopo qualche risata dedicata al buon Pieraccioni ed un ragguaglio veloce, eccoci in partenza per il Passo della Calla.
Strada bella, circondata da boschi innevati, uno spettacolo visivo dopo l’altro. Pareva d’essere a Narnia, altrochè! Abeti carichi di neve… E quanta neve! Tanta, bella, candida. Magica, perché la neve è magica sempre, regala quel tocco incantato unico, c’è poco da fare.

Ciaspolando ciaspolando...Arriviamo in cima al rifugio e la voglia d’infilare i piedi nelle ciaspole è davvero tanta, almeno quanto il voler mettersi lì e fare un mega pupazzo di neve perché se c’è una cosa che la neve è in grado di fare è il tirar fuori il “bambino” che è in noi. Torniamo piccini, propensi al dispetto, allo scherzo, al gioco. Le pallate arrivano a tradimento e portano sorrisi, un brividino per la neve che s’insinua all’interno del giubbotto e ancora sorrisi.
Le neve genera benessere.

Ci sistemiamo le ciaspole ai piedi e la prima sensazione è stata strana, stranissima.
Mi sentivo una papera. I primi passi erano incerti con quei “cosi” attaccati sotto la suola degli scarponi. Ci guardiamo, alcuni fiduciosi, altri perplessi, altri ancora con la faccia a dispetto dietro l’angolo. Muoviamo i primi passetti qua e là, io cado nella neve fresca, mi arriva una pallata in faccia, rido, rido ancora e mi rialzo.
Ieri faceva freddo. Anzi, faceva proprio diaccio e ve lo dico con sentimento. C’era un vento un po’ antipatico che non accarezzava, sferzava quasi indispettito della nostra presenza. E allora ci muoviamo, fermi c’era il rischio di ibernamento rapido. Nessuno voleva fare il “Revenant” della situazioni quindi let’s go, si parte.

La sensazione di camminare come una paperella è andata via quasi subito, piano piano si prende confidenza con quelle scarpe aggiunte, si capisce il loro spazio, quanto alzare la gamba e… Quanta fatica! Amici lettori, ciaspolare è faticoso e ci si riscalda molto! Martino, la nostra guida, ci ha fatto ciaspolare sia sulla neve fresca che sul sentiero, in modo tale da farci provare sensazioni contrastanti e bellissime. La salita non è stata facile ma il panorama attorno a noi ripagava di tutto quanto.
Una coperta bianca. Gli alberi che sembravano usciti da un quadro. Il silenzio attorno, solo il vento cantava col suo sibilo acuto e faceva muovere freneticamente i rami spogli degli alberi carichi di neve. Sembrava d’essere in una fiaba dall’ambientazione invernale. Nella mia testa folle e fantasiosa ogni fiocco di neve si trasformava in fata, folletti con cappello e sciarpa sghignazzavano sui rami spogli di quegli alberi infreddoliti e ricoperti di bianco.

“Ciaspolando ciaspolando” ci si riscalda velocemente per fortuna. Si dura fatica, ve lo dico. I passi diventano fiduciosi e gli occhi si adattano a quella scenografia tutta bianca, pura e candida che da una parte non vorresti quasi disturbare col tuo passo, dall’altra invece non vorresti far altro che buttarti lì in mezzo, ridere e rotolare all’infinito.
L’aria fredda che entra nei polmoni crea brividi ma ripulisce l’interno e l’esterno. Il vento freddo sgombera, sposta la neve, fa muovere e piegare i fusti più fini degli alberi e scombina i pensieri; leva quelli antipatici e fa spazio a quelli positivi, allegri.
Tutti imbacuccati, una ciaspolata dietro l’altra ci riempiamo di scherzi, chiacchiere e sorrisi. Io acchiappo tutto, ma proprio tutto. Muovo freneticamente le dita delle mani e dei piedi, aspetto di risentire quella sensazione di “bollore” da reazione al freddo e prendo la mia borraccia. Bevo e rido di gusto. L’acqua è piena di ghiacciolini. Il panino, ve lo lascio immaginare!

Dopo la nostra ciaspolata, con calma e soprattutto con attenzione, riscendiamo con le macchine verso Stia.
La strada non è pulitissima, si guida con le antenne del cervello attive e attente. Io sulla mia “Suzukina Blu Puffo” ho le gomme invernali e sono andata bene, gli altri hanno dovuto piazzare le catene con le gomme “quattro stagioni” (quindi se ci andate occhio!).
E poi ecco che è arrivato il momento di relax che da un certo punto di vista aspettavamo a gloria. Uniamo i tavolini del Bar e tutto il gruppo si mette a chiacchierare del più e del meno sorseggiando tisane, cioccolate calde, cappuccini e ovviamente non son mancati i dolcetti. Eeehh… Dopo una bella faticaccia bisogna reintegrare no?

Quindi amici lettori, se non avete mai ciaspolato è un’esperienza che vi consiglio, io senz’altro la ripeterò, lo sapete che i boschi sono il mio habitat naturale quindi se posso camminarci anche in pieno Inverno con la neve, non vi dico il mega sorrisone che mi si disegna in faccia! Di certo aspettatevi un po’ di fatica, quello sì ma d’altra parte si sa, per le cose belle un po’ d’impegno e di sudore bisogna mettercelo, altrimenti che gusto c’è!
Un grazie al gruppo che ha condiviso quest’esperienza con me, che ha sopportato le mie pallate di neve e i miei dispettini e un mega GRAZIE va a Martino che come sempre, oltre ad essere un caro amico, ci porta in posti splendidi.
Spero di avervi fatto venire una gran voglia di ciaspolare, a presto amici lettori!

Silvia Colombi

Per molti “scrivere” è solo un semplice verbo transitivo della seconda coniugazione, per me invece è un bisogno, è pura passione. La sensazione di tenere la mia penna preferita tra le dita è una delle cose migliori, rientra nella mia “top 3” insieme al gelato e ad un buon libro dalle pagine un po’ ingiallite. Ognuno ha una propria “fissa”, la mia è scrivere e raccontare, perché quando la penna mi chiama…io rispondo.

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