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Elezioni comunali

Centro-sinistra e Pd, saltano gli schemi a Impruneta: la deflagrazione, lo scisma, il nuovo assetto

Un mese, quello appena trascorso, che ha palesato malumori e divergenze dell’ultimo anno. Scatenando lo “sfogo” e innescando la miccia che ha rimescolato ogni carta messa sul tavolo: il centro-sinistra di Impruneta è deflagrato. La bomba era lì, piazzata ma inesplosa, era sufficiente che qualcuno ci mettesse il piede…

Un passo falso, volontario. Boom.
Come nei fumetti ma stavolta è la realtà che supera la fantasia. 
Anni di mandato governativo costruiti su sotterfugi e trattative labili, pronte a saltare. Su giochi che si snodano dietro le quinte e che, per i non addetti ai lavori, creano soltanto un ovvio risultato: allontanare la gente, giovani e non, da una politica che è sempre meno contributo di idee e sempre più contenitore di impasti arruffati e indigesti. A risentirne, poi, come testimoniato dall’ultimo giro alle urne regionali in Lazio è un’affluenza sotto il 40% che decreta una “democrazia senza popolo”.

Lo scontro aperto intestino al centro-sinistra di Impruneta getta le sue radici negli ultimi anni: giusto il tempo di maturare, da potenziale contrasto evolversi in scissione conclamata e inaugurare un “tutti contro tutti” che favorisce – alla vigilia dell’appuntamento elettorale – gli altri. Proviamo a ricostruire quanto avvenuto dentro la maggioranza, a partire dalla nascita di Italia Viva Impruneta nel 2019 e da ripercussioni che furono immediate, ovvero: il passaggio a Italia Viva del segretario del Circolo PD Impruneta Giovanni Poggini, la conseguente chiusura del Circolo PD del capoluogo, l’entrata di Italia Viva (tramite la consigliera comunale Giusepponi) nel gruppo di maggioranza in Consiglio Comunale “Impruneta Comune Aperto”.

Partito Democratico, Italia Viva e Coraggio di Cambiare – componenti del gruppo Impruneta Comune Aperto – hanno dunque imboccato la lunga strada verso Primarie e Elezioni amministrative 2023, vicine ma già distanti, inizialmente unite ma pronte a frastagliarsi come i sampietrini di Piazza Buondelmonti. Il motivo? Ingerenze, vedute diverse sull’approccio al percorso elettorale, frizioni tra frazioni che risalgono alla notte dei tempi.

Crepe che si sono cementificate tra i diversi movimenti – PD e Italia Viva che non vanno a braccetto, dunque una parte del PD che non apprezza il CDC ecc ecc – ma, anche, all’interno del partito capofila: da una parte il Circolo PD di Tavarnuzze, reo secondo la fazione imprunetina di voler accelerare i tempi per creare un’alleanza con Italia Viva e sostenere l’unico candidato sindaco Matteo Aramini; dall’altra un PD Impruneta richiedente aiuto al PD Metropolitano, tacciato dall’ala tavarnuzzina di atteggiamento autoritario e non inclusivo.

Incomprensioni divenute definitive a fine 2022 quando la riunione fissata il 1° dicembre è divenuta “l’assemblea della discordia”: dimissionaria la segretaria dell’Unione Comunale PD Angela Cappelletti, dimissionario l’intero Circolo PD di Tavarnuzze a partire dal segretario Franchi con l’uscita di scena di uno dei tre circoli territoriali e l’inizio, ufficioso, dello scisma. O Piano B: costruire l’alternativa dall’interno, come poi avvenuto.

Saltata, a sette mesi dal voto, la prima ipotesi: una coalizione di centro-sinistra con Aramini quale figura forte da sostenere. Saltata anche la seconda strada percorribile: primarie PD – previste da Statuto – tra Matteo Aramini e Riccardo Lazzerini. Via, dunque, alla fase scissionista…che ormai conosciamo tutti: uscita dal PD degli assessori Aramini e Merenda, nascita della lista civica Impruneta Futura con lo stesso Aramini candidato sindaco e sostegno alla neonata realtà politica da parte di Italia Viva e Azione. Rimescolamento modalità “on” e faglia apertissima nella maggioranza, da qui fino a fine mandato, con mesi amministrativi di frattura insanabile.






E si arriva, infine, all’ultima settimana dove di cose ne sono accadute: l’Unione Comunale di Impruneta, assieme al PD Metropolitano, ha deciso di prendere una decisione a livello politico, concretizzata poi dal sindaco Alessio Calamandrei. Se ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria, secondo il terzo principio della dinamica, c’era da aspettarselo: rimosse le principali deleghe agli assessori Aramini e Merenda, dimissionari del PD e, relativamente all’ex vicesindaco, primo candidato sindaco in aperta contrapposizione al PD.

La sintesi è rapida: un gran bel caos. 
Adesso e fino a maggio, in Consiglio Comunale, è da considerare la presenza di un’Opposizione dentro la Maggioranza, che ha già iniziato a farsi sentire con atti ufficiali, composta dagli assessori Aramini e Merenda e dai consiglieri Magnelli, Giusepponi, Lepri. Nel frattempo, l’altra domanda che ha un peso specifico sul futuro di Impruneta, è: cosa resta del PD? 

La rottura ha palesato le carte, chi non credeva più nel progetto è passato a Italia Viva o Azione e la rifondazione interna è iniziata con la ricostituzione dei tre Circoli presieduti da Giulia Del Vivo (Impruneta), Giuseppe Cianti (Bagnolo), con Francesco Bianchi traghettatore ad interim (senza alcuna carica ufficiale)  del Circolo di Tavarnuzze in vista della composizione di un circolo unitario. Il PD adesso ha l’occasione, a livello locale, di ripristinare definitivamente l’ordine interno, dimostrandosi all’altezza di una sfida non banale: confermarsi quale primo partito a Impruneta, dati i tempi che corrono e le alternative che aumentano. 

Proverà a farlo, anzitutto, avviando una nuova stagione di collaborazioni ancora da definire (con Articolo Uno? Con il M5S?) e poi ufficializzando l’inizio del percorso elettorale: si attenderà il 26 Febbraio, giorno di Primarie per scegliere il nuovo segretario a livello nazionale e poi, tra fine Febbraio e inizio Marzo, verranno ufficializzati i candidati a sindaco per le Comunali 2023.

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