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Bisogno di eterna estate






L’essere umano è influenzabile e plasmabile da una lunga serie di fattori, che lo rendono inscindibilmente legato ad elementi sociali, caratteriali e storici. Non sfuggono a questa lista l’ambiente e clima, tanto che per alcuni soggetti è stata coniata proprio la definizione di meteoropatici.

Non tutti sorridiamo o piangiamo a seconda della presenza o meno del sole, ma di sicuro è generalizzata una certa inclinazione a veder modificato il proprio stato d’animo in base alla giornata che si presenta fuori dalla finestra o alla stagione che imperversa. Se si deve cercare un accostamento perfetto alla parola serenità, chi scrive quest’articolo non ha dubbi: soltanto il sole e l’estate possiedono i requisiti giusti.

Le giornate di cielo terso e sole splendente, in grado di portare gioia anche nel lungo inverno, d’estate accompagnano il trionfo di sentimenti positivi e di un rinnovato amore per la vita, la quale non a caso trova in questa stagione e nella anticipatrice primavera la sua fioritura e il suo splendore.

Ogni stagione, addirittura forse ogni mese dell’anno, suscita sensazioni particolari e diverse, che hanno tutte la loro dignità e il loro fascino; quando è la natura a parlare non c’è uomo che possa trovarle difetto, e la bellezza si nasconde in un paesaggio colorato d’autunno sotto una scacchiera di nuvole come in un pungente tramonto invernale sulla terra che riposa e attraversa il suo letargo.






Nell’estate vi è però qualcosa di unico e vitale che non ha paragone. Gli amanti del freddo obietteranno che la canicola di luglio e agosto non ha niente di mirabile, e gli introversi appassionati del focolare domestico confuteranno ogni esaltazione delle interminabili giornate d’aria e luce, ma nessuno potrà impedire all’estate di spruzzare energia e riempire la vita di chi ci si abbandona con tutto se stesso.

Le distese di grano dorato, le vigne in fiore d’un verde brillante, le vegetazione rigogliosa su ogni albero sono una linfa che ci fa abbandonare pensieri negativi e momenti di sconforto, invitandoci a cogliere ogni singolo attimo della nostra esistenza. Sapere di poter fuggire nei fine settimana verso quel miracolo chiamato mare, o per gli appassionati verso le assolate valli di montagna, rende più sopportabili i problemi quotidiani, pesi di un modo d’essere e di vivere in cui quasi mai troviamo il tempo di fermarci o di respirare davvero il profumo della bellezza.

I cambiamenti climatici, a cui quest’anno si è aggiunto anche lo spettro del Covid, rischiano di trasformare in negativo la stagione estiva, nella quale ormai da anni sono sempre più frequenti temporali devastanti, improvvisi periodi di anomalo abbassamento delle temperature e viceversa periodi di afa opprimente e tropicale. Non muta però la sua meraviglia profonda, la sua onda che ci spinge avanti e ci rende in fondo al cuore più felici.

Da giugno a settembre l’estate compie la propria parabola, anticipata spesso da radiose giornate a maggio: tre mesi sono troppo pochi, in confronto al bisogno di sole, di calore e di vitalità di cui avremmo costantemente bisogno. Ci vorrebbe un’estate eterna, per far entrare il sorriso in ogni momento nella nostra vita. Non esisterebbe però il ciclo della natura, se così fosse.

Dunque l’estate come tutte le cose preziose è bello saperla attendere, attraversarla intensamente per poi provarne nostalgia, nella certezza che comunque prima o poi tornerà. E di fronte alla sua potenza invincibile, le dedicheremo parole di estatico trasporto come quelle di Gabriele d’Annunzio nell’Alcyone: “O Estate, Estate, io ti dirò divina in mille nomi, in mille laudi, ti loderò se m’esaudi”.






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