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Bar di Vita

Nella piazza Buondelmonti di maggio, al momento del ritorno alla vita dopo la triste quarantena, mancava evidentemente qualcosa. Sebbene pian piano le persone tornassero ad affacciarsi nell’agorà del borgo, soprattutto nelle mattine di sabato in occasione del mercato, l’ambiente non era più lo stesso.

L’asetticità dei rapporti personali causata da mascherine, distanze e timori giocava un ruolo non secondario, ma c’era dell’altro, c’era un vuoto particolare che aveva avvolto il centro storico. Il cuore di Impruneta aveva smesso di battere nel momento in cui erano stati abbassati i bandoni dei suoi due bar storici, i due locali affacciati sulla piazza e da decenni centro indiscusso del paese.

Quando pochi giorni fa i caffè sono tornati ad uscire nelle tazzine del Bar Italia, una parte di quel cuore ha ricominciato a pompare forte un flusso di energia vitale ed avvolgente: Nunzio Romano ed Elena Camarlinghi, già apprezzatissimi proprietari del Caffè Incontro in piazza Nova, si sono messi in gioco in una sfida coraggiosa che li ha visti rilevare quello che da sempre è il salotto buono di Impruneta.

Tutti noi siamo loro molto grati! Un ambiente rinnovato e luminoso accoglie i clienti nel lato sud della piazza, con i suoi proverbiali tavolini dello spazio all’aperto che, passando ad ogni ora, in questi giorni si possono vedere pieni come ai bei tempi. Il vecchio bar “dì Piro”, e prima ancora Bar Centrale nelle fotografie in bianco e nero di inizio Novecento, si è tenuto stretto un pezzo di tradizione lasciando dietro al bancone Massimo Berni, artigiano del mitico gelato che ha riempito di un dolce sapore la bocca di più generazioni di imprunetini e forestieri.

Questa quarantena non ci avrà resi del tutto migliori, ma ci ha insegnato il valore di quelle piccole cose che diamo per scontate e che d’improvviso, quando vengono a mancare, percepiamo come ossigeno di cui c’è un bisogno insopprimibile; tra queste vi è anche l’aria gioviale dei bar, i quali rappresentano soprattutto nei piccoli paesi un luogo di incontri, scambi e perché no anche di un sano cicaleccio.

La “paesanità”, per coniare un termine volto ad indicare la serena dimensione dei borghi, passa anche da qui. Se la chiusura del Bar Italia è stata solo temporanea, quella del Bar La Pergola pare purtroppo invece irreversibile. Il locale posto in cima a piazza, reso celebre dalla copertura che accoglieva i clienti al fresco e con la splendida vista frontale della chiesa, ha visto calare il sipario sulla gestione dei fratelli Burgassi, baristi col sorriso e coi modi di una volta le cui strade si sono separate; Massimo è tornato a fare il suo mestiere nel nuovo Bar Italia, ma sarà dura i primi tempi abituarsi a vederlo in un posto diverso dalla “sua” Pergola, un bar che aveva conservato negli anni un inconfondibile stile vintage e che discendeva anch’esso da una tradizione antica, con le radici negli scatti di oltre un secolo fa in cui nell’insegna compariva la scritta ristorante.

La speranza è che anche per la Pergola possa farsi avanti qualcuno disposto a rimetterla attività, compito non semplice dati i tempi che viviamo, ma che potrebbe avere fortuna in un paese abituato ad avere in quella nicchia ombreggiata un suo punto di riferimento. Cerchiamo di avere speranza, e per ora affolliamo i tavolini del locale di Nunzio ed Elena, cercando naturalmente di dare in generale un contributo a tutti i bar, le pasticcerie, i ristoranti, le attività commerciali di Impruneta, motore perpetuo di una comunità unita, operosa e vogliosa di riprendersi il futuro.

Collettivo Giovani Impruneta

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