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Bagno a Ripoli, Potere al Popolo: “Stop alla campagna a favore dei delatori, tuteliamo i lavoratori!”






Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa a firma Potere al Popolo sezione di Bagno a Ripoli, guidato dall’ex candidato sindaco Antonio Matteini: 

 

“Adesso che il governo ha irrigidito le misure per chi può e deve stare a casa e ha finalmente deciso di far cessare l’attività di tante aziende che producevano beni non essenziali, la maggioranza consiliare e l’Amministrazione Comunale hanno il dovere di interrompere la campagna atta a appagare delatori e che ha avuto come ovvia conseguenza l’ostracismo nei confronti di passeggiatori e persone fuori di casa senza necessità, attuata nelle ultime settimane.

Tale campagna ha contribuito ad acuire la tensione che affligge delle comunità già martoriate da un nemico letale quanto invisibile. Essa per quanto discutibile nei toni sarà stata utile, ma tale utilità verrà vanificata se non si pensa a chi a casa non può ad oggi ancora starci: chi lavora.

Oggi più che mai è necessario porre la salute pubblica al di sopra di qualsiasi altra cosa. Ora è necessario sensibilizzare i liberi professionisti a rifiutare lavori non urgenti (muratori, elettricisti, idraulici…), è necessario verificare se, chi non ha smesso di lavorare nelle case dei ripolesi, lo stia facendo in condizioni di sicurezza per sé e per l’intera popolazione. Non ci sono furbetti da scovare, ma cittadini da aiutare a tutelare la propria salute.

È necessario controllare nei piccoli laboratori, se vige il rispetto delle norme igenico-sanitarie che con tanto zelo si chiede di rispettare nelle private abitazioni di chi a casa può starci. Come sono pochi quelli che escono di casa senza precauzioni e non curandosi della grave situazione attuale, così sono pochi quelli che la medesima non curanza la adottano lavorando: le mascherine non si trovano, i disinfettanti per le mani e le superfici ugualmente; non c’è il dilagare del menefreghismo, ma di un virus che la popolazione come le amministrazioni e le strutture sanitarie non erano in grado di affrontare senza andare in affanno.

Queste ultime, le amministrazioni, hanno il dovere di attivarsi affinché le attività che il governo ha reputato di non poter far cessare completamente, abbiano la possibilità di operare in sicurezza. Questo vuol dire verificare se i lavoratori sono forniti di mascherine e disinfettanti. Ove ve ne fosse effettivamente la necessità, fare in modo che i presidi medico sanitari ad oggi in possesso di aziende che domani non riapriranno, vengano redistribuiti a chi invece non ha cessato la propria attività lavorativa. Questo virus non si combatte con l’ostracismo e la delazione, ma con misure anche drastiche, volte a tutelare la cosa più preziosa, la vita.”












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