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Amatori, è “fight-Derby”: succede di tutto ma poi vince sempre il Grassina!






Il caRcio con la R maiuscola si consuma in un diaccio giovedì di novembre dove il pallone rotola ma non solo quello e sul campo ci finisce un pò di tutto, persino un cestino della spazzatura in evidente fuorigioco e che, essendo circolare, potrebbe far concorrenza alla sfera più gettonata. Ma il derby è così: c’è casino, c’è garra, c’è tifo…e poi il Grassina esulta. Che di fatto, ormai, è una costante che non sconvolge quasi più nessuno, manco il Peruzzi che dell’Antella è il simbolo e primo rappresentante.

Il derby, dicevamo, quello amatoriale considerando giorno e orario: in campo c’è una squadra più forte, quella rosso-verde e una più operaia, quella bianco-celeste con la tattica del “diamo tutto, poi si vedrà“. Ma già il primo tempo sentenzia un destino implacabile: 2-0 per i ragazzi di via Bikila.

E’ Cianferoni junior ad aprire le marcature ed avvalersi della carta magica “degno erede”, donata dal fratello Lapo: il n.23 viene atterrato in area, per il direttore di gara – con auricolare annesso, la scena delle comunicazioni telematiche della terna fa impazzire ogni uomo di buon senso sulla terraè rigore: Cianfe batte, gol. 1-0. 

Il raddoppio è di pregevole fattura con lo stacco perentorio di Cucurullo che poi, dopo aver segnato, si sbuccia tutte le ginocchia gettandosi sull’erba come faceva Drogba ma rimanendo tragicamente impigliato sulla prima zolla alta 57 centimetri.






Fine primo tempo. Inizio ripresa.
Che si scalda in tempi rapidissimi: dalle finestre del Circolo, vista campo, si affacciano tifosi grassinesi prima assenti mentre gli animi, anche sugli spalti, si eccitano con la cura D’Aquino. E’ Marco della confraternita dell’Osteria Nuova a lanciare una preghiera verso la porta che si trasforma in gol d’autore e consegna al pubblico non-pagante una partita. Si, il risultato è veramente conteso.

Ma con una differenza sostanziale quando si parla di caRcio: il Grassina, dalla panchina, inserisce uomini che all’Antella giocherebbero 90 minuti anche malconci; Tino, Bigazzi, Tatini mentre Mister Marangio toglie un attaccante – Traversi – per un centrocampista – Tancredi –  perchè altri protagonisti offensivi a disposizione non ne ha.

Siamo in fondo. Intanto in campo arriva di tutto, lanciato dagli spalti, come nei peggior bar di Caracas o nei più folli campi della periferia brasiliana. La situazione degenera fuori, seguita da parapiglia e testa-testa in campo. Biga Senior contro Pepo poi è Ale D’Aquino contro tutti, riecco Pepo che litiga anche con la siepe dietro le panchine, dunque il Simo alza il braccio e saluta ironicamente la curva antellese, ricordando il gesto epico che fu dello Scope (ancor più fine quello, persino brevettato dal n.15).

Anche perchè negli ultimi 3-4 minuti accade tutto e il contrario di tutto: l’Antella con Miki ha l’incredibile occasione di pareggiare ma a due metri dalla porta non centra il bersaglio, poi sul ribaltamento di fronte Bigazzi anticipa difensore e portiere e sigla il definitivo 3-1. Il Grassina impazzisce, il Biga junior si leva la maglia ma rimane con la termica non sfidando il freddo umido della piana grassinese.

Sul terreno di gioco rifinisce – direttamente dalle tribune – il cestino che rimane il cimelio di giornata e tra i migliori in campo di una battaglia chiamata derby.






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