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Amarcord- Domenica 1 marzo 2020, quando i Dilettanti smisero di sognare

C’era chi inseguiva un sogno proibito, chi combatteva senza sosta per la salvezza, chi non abbandonava le speranze di un salto di categoria, chi è stato fermato sul più bello.

Il primo marzo di un anno fa se ne andavano le certezze, le ritualità settimanali di un mondo pallonaro che per ora non è più tornato. Si giocava per l’ultima volta, a porte apertissime, dalla Serie D alla Terza Categoria; una domenica di normalità, in cui l’aria si è tinta dei sapori della birra o del caffè, dei cori della curva, dell’urlo di gioia al momento del gol insperato. Del telefono che squillava per ascoltare il risultato sugli altri campi, dell’appuntamento che tutti ci siamo dati alla settimana dopo per la gara successiva: un’altra battaglia, a difendere un sogno oppure a conquistare l’insperato.

Il calcio dilettantistico è per tradizione un romanzo di formazione con fortissimi tratti thriller, un tourbillon di emozioni, giravolte, ottovolanti di ebbrezza da tre punti oppure di blasfemia aggravata per una sconfitta al 90’. Ma quella domenica primo marzo 2020 la penna ha smesso di scrivere, ha finito l’inchiostro, o meglio: si è scoperto che quell’inchiostro poteva marcire e divenire tossico.

Sapevamo che il virus circolava, ma non si era ancora realizzata la portata impressionante che avrebbe poi avuto nei mesi successivi. Ecco perché credevamo che fosse soltanto l’ennesima, umorale domenica da Dilettanti: il Grassina, per esempio, ad Agliana subiva la rete del 3-3 finale all’ultimissimo minuto, dopo aver smistato calcio su un campo che sarebbe stato più adatto per i duecento stile libero. Un pareggio amaro per i rossoverdi, che quella domenica interruppero per sempre la loro corsa verso l’ignoto, come Ulisse che non si accontentò di arrivare alle Colonne d’Ercole ma decise di spingersi oltre, finendo inghiottito dalle acque. Il Grassina, l’anno scorso, continuava a navigare di tre punti in tre punti, troppo incuriosito dall’idea di sbirciare anche solo per un secondo i dintorni delle zone altissime della classifica, inseguendo Grosseto e Monterosi.

O come l’Antella, una delle protagoniste del campionato di Eccellenza più equilibrato di sempre con undici squadre in nove punti dal terzo al tredicesimo posto: roba da Guinness dei primati, altrochè. I ragazzi di Alari, dentro il gruppone fra playoff e playout, quella domenica superarono di misura la Lastrigiana (tra l’altro con gol del nostro direttore Matteo Merciai) e si portarono a casa tre punti dorati in ottica permanenza nella categoria.






Poi c’era il Lebowski, reduce da una trasferta di lusso contro l’Armando Picchi di Livorno: uno zero a zero che allontanava leggermente i sogni Eccellenza dei grigioneri, comunque a -5 dal Certaldo capolista ma con lo scontro diretto in programma due settimane dopo. Chissà cosa sarebbe successo…

Già, chissà cosa sarebbe successo se avessero potuto terminare il loro campionato il Chianti Nord di Michelacci, sette risultati utili consecutivi e un piazzamento da playoff, roba che a Strada in Chianti non si vedeva da tempo, e la Grevigiana, che dopo aver iniziato la stagione con due punti nelle prime nove giornate stava confezionando il miracolo con 21 punti nelle successive 15, accorciando la classifica di domenica in domenica. In quel del Chianti non si molla mai, è proprio vero…

Qualcuno, in quella piovosa domenica di inizio marzo, vide la sua cavalcata soltanto interrotta, prima di ottenere comunque il salto di categoria in estate, come la splendida Ludus 90, vincitrice del campionato di Seconda, o come la Rondinella, tornata in Promozione. Quello che però accomunò tutti, quella domenica, fu la sensazione che la normalità stesse sfumando pian piano, e che qualcosa più grande di noi si stesse per impadronire non solo del nostro piccolo e indifeso pallone, ma delle nostre vite.

Un anno fa tante storie hanno avuto una fine: qualcuno ha smesso di sognare, qualcuno si è ridimensionato, qualcun altro non si è più ripreso. Per l’ultima volta i nostri stadi hanno accolto una fiumana di tifosi, per l’ultima volta si è creato un sano assembramento dopo un gol, e la mascherina la vedevamo soltanto a Grey’s Anatomy. Resta solo la speranza che, dalla Serie D alla Terza Categoria, si possa finalmente tornare presto a dirsi: “Ci vediamo settimana prossima in curva”.






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