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Alla canna del gas






Non è un periodo glorioso per questa Nazione, possiamo dircelo con franchezza. Oltre 4 milioni di persone guardano il Grande Fratello Vip, vertice dell’immondezzaio televisivo targato Mediaset a cui il servizio pubblico ha voluto rispondere con un rifiuto di pari livello, il docu-film su Chiara Ferragni andato in onda in prima serata su Rai Due.

Il ct della Nazionale Roberto Mancini, commentando una possibile sospensione causa Covid del campionato di seria A, ha detto che lo sport è importante tanto quanto la scuola, intendendo con sport non la nobile attività fisica ma il circo pallonaro di cui egli fa parte. Per le due più importanti città italiane, Roma e Milano, si fanno nomi cabarettistici per la corsa a Sindaco: Giletti, Morgan, Sgarbi.

A fare da sfondo a queste tremende notizie vi è la massa di decerebrati negazionisti, no-mask e similari che affollano le piazze insieme all’estrema destra delirando su presunte dittature sanitarie, complotti, libertà negate, mentre in seconda linea un gruppo meno fanatico ma ben più ampio di tuttologi da web si muove per criticare ogni misura adottata dal governo e si strappa i capelli per le partite di calcetto annullate.






Siamo proprio alla canna del gas, e se è vero che non è la prima volta che questo Paese si ritrova in tali pietose condizioni culturali, sociali e politiche, stavolta la situazione sembra difficilmente rimediabile. La pandemia e l’isolamento di primavera non ci hanno resi migliori, tutt’altro; si avverte nell’aria un nervosismo costante e aspro, innaffiato dalle spaventose arroganza e passività che portano tanti abitanti del Belpaese a prendere come esempi di vita influencer che vendono se stesse o a guardare programmi demenziali, in un accrescimento di interesse verso cotanto nulla che è inversamente proporzionale all’accrescimento del senso critico.

La crisi economica contingente e l’incertezza sul futuro che il Covid ha comportato sono senza dubbio elementi che in parte spiegano un così cupo momento storico, rappresentando incubi da cui molta gente prova a fuggire abbandonandosi a soluzioni semplici, modelli vacui o dando sfogo a istinti e rabbia.

A sinistra Leonardo Guarnotta insieme a Falcone, Borsellino, Caponnetto. A destra…

Il buon senso dovrebbe però guidarci in ogni nostra azione e scelta, e dovremmo dover orientare la nostra vita verso la bellezza, la ragione e i doveri civici e morali. L’Italia naviga invece in un triste mare inquinato, dove ogni giorno vengono a galla scorie da cui non è facile liberarsi. Viene voglia di invocare un asteroide, come nelle immagini che girano sui social, per spazzare via tutto questo putridume da cui ognuno di noi rischia di essere risucchiato. Per fortuna vi è tuttavia qualche angolo di acqua limpida, qualche luce abbagliante all’orizzonte che ci restituisce speranza e spinta a combattere.

Giuseppe Piraino, imprenditore 45enne di Palermo, ha sollevato la voce dei siciliani onesti contro il cancro della mafia, riuscendo a far arrestare 20 persone dopo il video girato a maggio in cui filmava la richiesta di pizzo avanzatagli da un uomo: di fronte al pressing per avere 500 euro di “contributo per la festa”, Piraino ha mostrato un foglio con i nomi delle vittime di mafia e una foto di Falcone e Borsellino, chiarendo che egli non avrebbe in alcun modo piegato la testa alle richieste mafiose.

Un esempio di coraggio e senso civico da cui si spera tutti possano prendere esempio, sulla scia di quel gruppo di uomini speciali che hanno fatto la storia, quella bella, d’Italia.

Tra questi vi è anche Leonardo Guarnotta, il quale in questi giorni sta compiendo un mini tour nella nostra Toscana per presentare il proprio libro “C’era una volta il pool antimafia”, un racconto della propria esperienza nel pool guidato da Caponnetto e una straordinaria testimonianza per le giovani generazioni: incontrarlo dal vivo, come alcuni di noi hanno fatto mercoledì a Firenze, è un’esperienza che lascia un segno indelebile. Non tutto forse è perduto in questo maledetto, assurdo Belpaese.






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