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Elezioni comunali

Birillo di Tavarnuzze, la replica di Aramini: “Bar? Non per forza. Impossibile una gestione interna ma entro la primavera 2021…”






Quale futuro per il Birillo? 
La domanda è già posta, persino “abusata” eppure sviluppi in merito che richiedono nuove specifiche ci sono. Il dibattito sull’ex stazione di Tavarnuzze, vuoto contenitore sociale che non sembra trovar pace, si è riacceso su queste pagine grazie alla proposta del cittadino Leopoldo Minicucci (leggi qui), proprietario di un fondo letterario di 10.000 volumi da donare al Comune di Impruneta. Con un’ambizione: utilizzare il Birillo per il posizionamento delle opere realizzando una sorta di polo culturale attrattivo per la cittadinanza. Possibile? “NI”. 

La replica a Minicucci ed i chiarimenti sul destino prossimo dell’edificio in Piazza Don Chellini sono affidati all’assessore con delega a Cultura e Sviluppo Economico Matteo Aramini.

“Dobbiamo distinguere ciò che sarebbe bello ma irrealizzabile da una visione realistica: al di là delle difficoltà finanziarie dettate dall’annata straordinaria e dall’avvento del Covid, il Comune di Impruneta non può garantire una gestione interna del “Birillo”, sul modello della Biblioteca di Impruneta. Sarebbe ideale ma infattibile, per mancanza di fondi e di risorse umane.

Pertanto, il percorso da battere comporta la ricerca di un gestore esterno attraverso le procedure di legge ovvero la pubblicazione di un bando pubblico. E’ ovvio, la proposta del signor Minicucci è apprezzabile: l’ex stazione come Biblioteca, luogo culturale dove creare laboratori per piccoli o proporre attività per neo-mamme e tanto altro.

Idee nobili che anche l’Amministrazione, chiaramente, ha elaborato, con un problema di fondo: ciò che sarà deve avere una ricaduta sulla popolazione in termini di servizi socio-culturali ma, al contempo, garantire una sostenibilità economica. Qualsiasi percorso che nascerà, veicolato dalle linee guida del bando, dovrà avere una componente redditizia, rispondendo alla destinazione d’uso commerciale dell’immobile.

Un bar, quindi?
Non obbligatoriamente. Il bando non porrà costrizioni in tal senso: si potranno vendere libri o cocktail, ad esempio, con la sicurezza che il progetto vincente sia sostenibile ed affidabile. Fare un nuovo “buco nell’acqua” sarebbe imperdonabile e disastroso per Tavarnuzze, i suoi cittadini e commercianti.

Per intercettare il gestore più opportuno l’Amministrazione ha deciso di pubblicare una manifestazione d’interesse aperta a tutti, dalla quale nascerà il bando che definirà (tramite disciplinare e capitolato relativo) le linee da seguire per parteciparvi: da qui accoglieremo e valuteremo i progetti presentati. Un percorso che deve condurci ad avere il Birillo attivo nella primavera del 2021, se così non fosse sarebbe una nuova grave sconfitta. 

Il fondo letterario di Minicucci?
E’ impensabile a nostro avviso colmare adesso le stanze del Birillo con 10.000 volumi che potrebbero distogliere o limitare qualsiasi nuovo gestore da presentare progetti interessanti. Tuttavia, come già espresso “a tu per tu” con Minicucci, l’Amministrazione si è detta disponibilissima a mettere in contatto Leopoldo ed il vincitore del bando e futuro gestore del Birillo.

Se quest’ultimo apprezzerà l’idea, il fondo letterario potrà trovare dimora in piazza Don Chellini. Tra gli altri sono testi di antologia, storia, grandi classici, anche testi di latino e greco; materiale di spessore letterario e filantropico ma, rilanciando il sondaggio popolare, potremmo chiedere: cosa ne pensano i tavarnuzzini? Potrebbe risultare l’inizio di un percorso di valorizzazione culturale o c’è bisogno di altro?

Allo stesso Minicucci inoltre abbiamo offerto anche un’altra sede per l’imponente numero di volumi in suo possesso: la Biblioteca di Impruneta ma ha declinato, restando concentrato sul Birillo.

Sono doverose, infine, altre precisazioni: abbiamo manifestato poco entusiasmo come sostiene Minicucci? Non direi. Abbiamo messo il cittadino tavarnuzzino di fronte a più alternative, gli abbiamo consigliato di partecipare alla manifestazione d’interesse che sarà indetta a giorni e la mattina successiva ho inviato a Leopoldo le cartografie dell’immobile e dei suggerimenti personali da conoscitore del tessuto sociale di Tavarnuzze e fondatore, ormai cinque anni fa, della Pro Loco locale. 

In ultimo, voglio sottolineare l’importanza che ha, per noi, un domani socialmente utile dell’ex Stazione: avere un Birillo funzionante cambierebbe tutto. Consapevoli di ciò, stiamo valutando la possibilità, come Amministrazione, di sobbarcarsi gli oneri di interventi (economicamente consistenti) resi necessari dallo stato di abbandono e dalla discutibile gestione dell’ex “titolare”, in maniera da agevolare al massimo la partecipazione all’evidenza pubblica: tra questi il più consistente riguarda la messa a norma dell’impianto elettrico. 

Sull’affitto, invece, è bene sottolineare che non è l’A.C. a stabilirne l’entità: ciò che possiamo fare è sgravare parte dell’importo in funzione dell’impatto socio-culturale tangibile e reale delle attività realizzate dalla neo gestione. Possiamo già informare, comunque, che il canone affittuario sarà inferiore rispetto a quanto stabilito nel 2015.












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